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Anime oscure
di Marco Di giuseppe
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RACCONTO SEGNALATO DALLA GIURIA NELLA
II EDIZIONE DEL CONCORSO LETTERARIO UNIBOOK - PROGETTO BABELE

Tutto era confuso quella mattina, la vista di Marco era offuscata e gli altri sensi distorti dal risveglio, la mano passava lentamente tra i capelli mentre gli sbadigli del ragazzo si susseguivano a pochi istanti di distanza, abbracciando il cuscino a tratti apriva gli occhi e poi li richiudeva pensando “chissà che cosa ho combinato ieri, cos'è questo mal di testa?”, dopo alcuni momenti gli occhi si spalancarono, come se il cervello avesse recepito qualcosa di strano, quello che aveva visto a tratti era insolitamente strano ma allo stesso tempo famigliare:

“e questo..ma come ca..”

le parole di stupore del ragazzo avevano una motivazione, era sveglio nella sua stanza, la sua solita stanza...ma era la stanza di quando era ragazzo e viveva ancora con i suoi!quella stanza non esisteva più, i suoi genitori erano morti e lui si era trasferito da Roma a Pisa per lavoro, quindi com'era possibile che si trovava nella sua vecchia stanza?

“non è possibile...questa stanza non esiste più!”

Marco si alzò di corsa e si mise davanti allo specchio, come a voler controllare chissà che cosa mentre respirava affannosamente “bene nel tempo non sono viaggiato..” ridendo si guardò attorno

“eppure tutto questo è reale” a queste parole accompagnò un pizzico sul proprio braccio

“ah! cacchio fa male allora è reale ”

ormai preso dallo smarrimento più completo cominciò ad aprire tutti i cassetti e anche l'armadio, tutto era in ordine...proprio come quando aveva sedici anni

“no dai non è possibile...questo dev'essere uno scherzo di Simone sono sicuro”

una piccola risatina nervosa accompagnò le ultime parole del ragazzo che continuava a guardarsi in torno

“ora mi affaccio alla finestra e vediamo come la mettono questi spiritosi”

da come la ricordava lui c'era una finestra, solo che in questa stanza nonostante lui si sforzasse di cercare non ne vedeva nessuna

“ah ecco lo vedi che qualcosa hanno sbagliato!”

contento di aver trovato secondo lui una pecca nello scherzo che gli stavano facendo, si diresse verso la porta della stanza ma con sua grande sorpresa era chiusa a chiave, cominciò allora a parlare a voce alta come se qualcuno lo potesse sentire

“allora dai l'ho capito che è uno scherzo, apprezzo lo sforzo ma non è riuscito!”

aspettò una qualche sorta di risposta per qualche attimo poi riprese

“va bene ...facciamo gli spiritosi basta che facciamo presto che stasera c'è la partita della Roma, vorrei vederla se non vi dispiace”

Marco sbuffò sbattendo le mani contro i fianchi poi passeggiando avanti e indietro per la stanza cominciò dunque ad innervosirsi

“allora mi senti? dico a te razza di stronzo!”

nessuna risposta arrivò ancora e quindi a questo punto il ragazzo in preda al nervosismo urlò

“chi cazzo ti credi di essere? L'enigmista? Mi vuoi far uscire da qui?”

ancora nessuna risposta, a quel punto Marco con una risatina e aria di sfida disse

“va bene la metti così? Adesso ti frego io”

freneticamente aprì il cassetto vicino al suo letto mentre sorrideva soddisfatto

“bene questa è la mia vecchia stanza no? Allora adesso ti sistemo per bene qui c'era sempre una copia della chiave della porta”

dopo aver rovistato un po estrasse il cassetto dal comodino rovesciandolo sul letto

“e poi dopo che sono uscito ti gonfio..”

dopo alcuni secondi trovò la chiave e subito la prese alzandola in aria, come a volerla mostrare a qualcuno, mentre si dirigeva alla porta della camera stavolta urlando dalla soddisfazione

“mi senti stronzo?..sto arrivando!”

la chiave girò nella serratura facendo il tipico rumore di quando si apre e Marco senza aspettare ulteriormente aprì nervosamente per uscire dalla stanza

“adesso ti sistem..”

la frase di quest'ultimo venne interrotta a metà , rimase per alcuni attimi ad osservare tutto intorno a se, si trovava in un corridoio lunghissimo , del quale non vedeva la fine, pieno di porte come quella della sua stanza, alcune aperte e altre no

“questa non è casa mia, anzi dalla grandezza direi che è più di una casa ...”

un po interdetto e dubbioso pensava a cosa gli stava accadendo, eppure la stanza dove si trovava era identica alla sua, tranne che per la finestra, tutti i dettagli erano al loro posto, identica al cento per cento...addirittura anche la chiave di riserva era al solito posto, il che era impossibile visto che sapeva solo lui di quella copia.

Proseguendo lungo il corridoio guardandosi attentamente attorno, le stanze aperte erano tutte vuote e apparentemente non avevano nulla che potesse incuriosire Marco, continuando nella sua esplorazione ad un certo punto trovò delle scale che andavano sia al piano superiore che a quello inferiore, così visto che da sotto arrivavano dei rumori decise di scendere, forse avrebbe capito qualcosa di quello che stava succedendo; ad ogni gradino i rumori che sentiva si facevano più nitidi e chiari, erano delle voci! per fortuna non era solo allora, pensò mentre si avvicinava sempre più scendendo fino alla fine delle scale. Il piano inferiore non era diverso da quello che aveva già visto, tranne che per una stanza in particolare che attirò la sua attenzione, ovviamente era quella dalla quale poteva vedere uscire luce e sentire il vociare di persone, proprio quelle che lo avevano attirato fin li.

“voglio proprio vedere cosa sta succedendo”

disse a bassa voce Marco mentre si affacciò leggermente nella stanza, c'erano delle persone, persone apparentemente sconosciute

“hem, scusate...”

disse entrando nella stanza dove quel gruppo di persone stava parlando

“non vorrei disturbare, ma posso sapere dove siamo? ”

uno dei ragazzi del gruppo si fece avanti

“sai che è una bella domanda?”

“come una bella domanda? Non lo sai nemmeno tu?”

“no che non lo so, l'unica cosa che so e che mi sono risvegliato nella camera dove dormivo da ragazzo ed ora sono qui..e lo stesso vale per loro”

alle ultime parole gli altri ragazzi alzarono la mano o gesticolarono per salutare Marco che li stava guardando uno per uno cercando di capire chi fossero

“è lo stesso che è successo a me”

una ragazza allora si avvicinò a Marco guardandolo come se stesse cercando di ricordare qualcosa

“è successo a tutti così qui..tu..tu hai un viso famigliare, ci conosciamo già? Come ti chiami?”

“non saprei non mi viene in mente, mi chiamo Marco”

“Marco è..”

la ragazza continuava a guardarlo, in attesa della scintilla che potesse fargli ricordare qualcosa su di lui , e dopo alcuni attimi esclamò

“ma si.. Marco, non ti ricordi di me sono Alessia...Alessia Dionisi, eravamo alle elementari insieme...dai nella stessa classe non ti ricordi? sei rimasto identico”

Marco la fissò per alcuni istanti, in effetti lui era cresciuto ma non era cambiato molto, aveva sempre lo stesso viso da piccolo impunito, e comunque a trent'anni ne dimostrava ancora una ventina, non era cambiato ne invecchiato di molto...quindi era molto possibile che la ragazza lo avesse riconosciuto

“Alessia Dionisi...”

pensò per alcuni attimi prima di abbracciarla

“ma certo che mi ricordo di te! Sei stata il mio primo amore, e chi se lo scorda”

il loro abbraccio fu interrotto da un'altra voce tra i ragazzi

“ecco se avete finito di fare Carramba che sorpresa..Marchè non ti ricordi anche di me?”

alzando la testa Marco vide il suo vecchio compagno di banco alle superiori Francesco, ma lui lo aveva sempre chiamato Franco, nome che pronunciava con uno strano accento perché lui lo intendeva con la lettera k al posto della c: Franko

“Franko! Anche tu?”

“e si anche io..e perché loro non li riconosci?”

lasciando per un attimo la ragazza per dirigersi dal suo amico Marco vide anche altri ragazzi che erano in classe con lui e li salutò tutti

“Alessandro! Francesco..Giulio..ma state tutti qui , ma che succede è uno scherzo?”

“no che non è uno scherzo”

disse Franko mentre si avvicinò a lui

“tutti noi ci siamo tutti ritrovati qui in questa...questa...non so nemmeno cosa sia..”

Marco si guardò attorno per vedere tutti gli altri ragazzi li presenti mentre il suo amico continuava a spiegargli, l'unica cosa che era chiara è che tutti si erano svegliati nella stanza dove dormivano da adolescenti e ora erano qui senza sapere cosa fare ne il perché, l'unica cosa che sapevano è che era reale.

“allora facciamo il punto della situazione” disse Marco “qualcuno di voi ha visitato il posto? Da quanto siete qui?”

nessuno dei ragazzi rispose, nessuno si era aveva lasciato quella stanza per esplorare il resto di quella specie di casa che li ospitava

“io sono arrivato qui per primo quando non c'era nessuno, saranno passate due ore, mano a mano siete arrivati voi” disse uno dei ragazzi nel mezzo del gruppo

“ah bene..quindi non abbiamo molto distacco...sapete se oltre a noi c'è qualcun' altro?” Marco

“no sembra di no” Alessia

“però ogni tanto qualcuno esce da una di quelle stanze si aggiunge a noi” Franko

“forse dovremmo andare in giro a controllare”Marco

“scusate..io..”li interruppe un altro ragazzo li con loro “mi chiamo Saimon..beh..io una volta ho visto qualcuno qui per i corridoi”

“e chi hai visto?uno di noi'” Franko

“no, non so chi sia indossava una tuta nera e una felpa con il cappuccio” Saimon

“quindi non sai chi sia?” Marco

“no so solo che l'ho visto di sfuggita e poi è sparito lungo il corridoio” Saimon

“ok quindi c'è qualcuno qui oltre a noi” Alessia

“già..e quel qualcuno dovrà darci delle spiegazioni” Marco

“penso che dovremmo andare a cercarlo ...almeno un gruppetto di noi” Franko

“comunque anche io penso di conoscerti..” disse Saimon rivolgendosi a Marco

a quel punto anche gli altri ragazzi e ragazze che si trovavano li avevano la stessa sensazione su Marco, in un modo o in un altro lo conoscevano:alcuni a scuola guida, altri di vista al lavoro, chi lo aveva visto giocando con lui a calcio da piccolo e così via..la cosa era chiara, in quel gruppetto di persone ,una quindicina...lo conoscevano tutti, o almeno loro così dicevano.

“bene..questa è un'altra delle cose strane, come se già non ce ne fossero” disse Marco

“appunto, tra di noi non ci conosciamo tutti...ma a te bene o male tutti ti conoscono..la cosa è strana” Alessia

“qui tutto è strano!”Franko

“va bene allora penso che dovremmo fare un gruppetto e vedere che c'è qui intorno..c'è sempre una spiegazione per tutto, vediamo se troviamo questo incappucciato...” Marco

“meglio se ci dividiamo..” Saimon

“mi sembra giusto.. facciamo un gruppo per piano che ne dite” Alessia

“ma si tre gruppi da cinque e ci rivediamo qui tra..un paio d'ore che ne dite?”Franko

alla fine vennero formati tre gruppi, per cercare qualsiasi cosa poteva essere d'aiuto nel capire cosa stava succedendo li, Marco andò con Franko, Alessia, Saimon e Luca il ragazzo che lo aveva accolto per primo quando arrivò nella stanza, loro avrebbero cercato su quel piano mentre gli altri due gruppi ai piani superiori.

Dopo più di un'ora che camminavano arrivarono alla fine del corridoio, guardando dietro ormai per quanto fossero lontani, non si vedeva più la stanza dove si erano riuniti, davanti a loro un muro di mattoni bianchi, era differente dal resto della casa, sembrava messo li a bloccare il passaggio e a dividere per metà la casa; Marco cominciò a toccare questo muro davanti a lui per testarne la solidità o almeno per vedere se era reale, lo era e anche tanto! In quel momento fu colpito da un attimo di smarrimento e sentì nella testa un milione di punture, sopraggiunse un formicolio su tutto il proprio corpo e alla fine fu risucchiato al di la del muro, una cosa talmente veloce che non gli diede nemmeno il tempo di urlare; dopo alcuni istanti in cui si riprese dallo smarrimento, si girò per vedere che fine avevano fatto gli altri, una cosa stranissima si poneva al suo sguardo, come una sorta di specchio trasparente che gli permetteva di vedere al di la i suoi compagni, però li rifletteva al contrario, proprio come fanno gli specchi con le immagini; Al di la di quello 'specchio' vedeva tutto il gruppo, compreso se stesso...era impossibile se lui era li, chi altro c'era al suo posto?girandosi, dietro di lui non c'era più il muro di mattoni bianchi, ma il corridoio che aveva attraversato per arrivare fin qui, e tutto era al contrario rivolto nei lati opposti a prima

“che faccio adesso? Ma dove cavolo sono capitato? Hey mi sentite??”

Marco urlava contro il gruppetto che vedeva parlare dall'altro lato

“niente non mi sentono..oh quello li non sono io!!”

anche se provava a toccarlo, quel riflesso che vedeva sembrava consistente, non riusciva a tornare dall'altro lato non poteva passare

“grandioso..di bene in meglio!”

ormai sconsolato, non sapendo più che fare ne perché gli stava succedendo tutto questo Marco si lasciò cadere sedendosi in terra con le mani davanti al viso, la disperazione ormai stava prendendo il sopravvento su di lui

“hey se ce l'hai fatta ad arrivare fin qui allora non sei così male..”

una voce,qualcuno stava parlando con Marco, il quale di scatto tolse le mani davanti al viso per vedere chi fosse

“cosa? Chi cazz..e tu chi sei?”

davanti a Marco c'era un ragazzo che indossava una tuta nera e una felpa con il cappuccio, senza mostrare il viso, era la persona di cui parlava Saimon o almeno dalla descrizione che gli aveva fatto sembrava fosse la stessa.

“io sono..diciamo il guardiano di questo posto” rispose la figura misteriosa

“ah allora sei tu che mi hai portato qui eh”

alzandosi di scatto Marco prese minacciosamente per la felpa la persona davanti a se

“no no..stai sbagliando su tutta la linea”

“come sto sbagliando?e chi cavolo sei tu? Chi mi ha portato qui?”

ancora con tono più aggressivo Marco tratteneva la felpa nelle mani, stringendo e strattonando

“ti dispiace? Mi rovini la felpa”

“no non mi dispiace affatto! Se non mi dici la verità te la rovino con il sangue questa cavolo di felpa”

“va bene ho capito..”

alzando la mano destra la figura vestita di nero bisbigliò alcune parole e subito Marco mollò la presa mettendosi le mani intorno alla testa accucciandosi

“aiutoooo che cosa stai facendo? Piantalaaaaaaa! La testaaaaaaaa”

dopo alcuni attimi la figura misteriosa abbassò la mano

“allora ti sei calmato? Mi fai parlare?”

“si si va bene parla pure”

a quel punto la persona misteriosa tese la mano verso Marco per aiutarlo ad alzarsi in piedi

“presto vieni con me non abbiamo molto tempo ancora prima che si accorgano di te”

ancora una volta la figura misteriosa bisbigliò qualcosa e subito tutto intorno cambiò, Marco si ritrovò nella stanza dove si era svegliato insieme a questa figura sempre con il cappuccio, del quale non riusciva a vedere comunque il viso

“bene ascolta attentamente perché non ho molto tempo e non posso spiegarti tutto ora..”

“sono tutt'orecchi”

disse Marco sebbene ancora fosse disorientato da tutto

“quando hai toccato il muro con i mattoni bianchi sei passato dal altra parte della casa, che è divisa in due a metà”

“si capisco”

“bene, al di la del muro c'è la parte malvagia delle vostre anime capisci?”

“si insomma”

sempre più disorientato Marco non poteva far altro che ascoltare e cercare di capire il più possibile

“tu sei particolare, su di te questa casa non ha gli stessi poteri che ha sugli altri, ”

“ah bene..anzi non molto mi sa”

“sei il primo che oltrepassa la barriera, non l'avevo mai visto fare a nessuno...ora ti ho riportato indietro però..”

“però cosa? Che?”

a questo punto Marco sembrava molto preoccupato

“però le anime malvagie da questa parte se ne sono accorte e loro sanno come fare per passare al di là..verranno a cercarti”

“a cercarmi? Ma qui dove siamo? Io non voglio stare qui! Non ho niente di speciale ..ecco..riportami subito a casa mia”

nel pieno dell'agitazione Marco non connetteva più continuando a parlare a sproposito

“non posso, non sono io che decido..e oltretutto non posso interferire ora devo andare!”

“come devi andare!dove vai mi devi aiutare!”

nella agitazione più totale Marco cercava di trattenere quella persona a lui ancora misteriosa

“non ti preoccupare al momento giusto saprai cosa fare..”

“ma io ..io non so non ho capito niente!”

“ora devo andare..ma ricorda uno di loro ti sta mentendo..e tu sai chi è..”

a queste ultime parole la figura misteriosa scomparve svanendo nel nulla lasciando Marco solo nella propria stanza; dopo alcuni attimi il ragazzo uscì dalla propria camera e in quel momento sentì del trambusto provenire dalle scale, si avvicinò più in fretta possibile e vide un gruppo di persone che inseguivano altre al piano superiore, allora si affrettò anche lui in quella direzione e salendo le scale poteva udire grida provenire dal piano superiore senza capire cosa stava succedendo, sali fino ad una botola chiusa sul soffitto; le grida erano terminate e Marco aprì con calma la botola, subito la luce del giorno trapelò dalla botola, era in un terrazzo enorme, guardandosi intorno per alcuni secondi non vide nulla,solo il sole in alto e poi il nulla, dal tetto poteva vedere il panorama circostante tutto bianco, inconsistente...erano in una casa nel nulla più completo

“porca miseria..dove siamo”

i pensieri del ragazzo furono interrotti poi dalla voce di Saimon che era dietro a lui

“finalmente ci rivediamo..”

Marco si girò verso la voce e quello che vide gli gelò il sangue, tutti i ragazzi che aveva visto prima nella stanza, erano li in terra privi di sensi...forse morti

“tu..li hai uccisi tutti?” disse Marco guardando Saimon

“morti? non ancora, purtroppo se non uccido anche te loro non moriranno del tutto”

“ma perché? Io non ho nulla di particolare, perché li hai uccisi tutti..ma chi sei..t..”

Marco non riuscì a finire l'ultima parola perché Saimon si avventò su di lui afferrandolo per il collo, si muoveva molto più veloce ed era molto più forte di un essere umano, di qualsiasi fosse mai esistito; sollevando Marco con una mano, Saimon lo guardò, quasi volesse ispezionarlo piegando la testa a destra e sinistra poi esclamò fissandolo negli occhi

“come mai? Come hai fatto? Hai attraversato la barriera la tuo anima malvagia sembra essere sparita..Cosa sei tu?”

“ha parlato quello che si muove veloce come Flash ”

ridacchiò Marco con voce soffocata ed esplicitamente ironica verso Saimon, che per reazione lasciò la presa e senza far cadere a terra il ragazzo lo colpì con un paio di pugni al torace fino a scaraventarlo in terra tra i corpi degli altri ragazzi

“tu non sai nemmeno cosa sei..patetico”

Saimon si avvicinò piano verso Marco mentre continuò a parlare

“tu non sai che cosa significhi l'oscurità! Ti da una forza mai vista, è grazie a lei che sono così forte, però...”

Saimon arrivò vicino a Marco e poi si inginocchiò per parlargli faccia a faccia

“sai, purtroppo non sono abbastanza forte per lasciare questo posto, ma tu mi aiuterai, per questo non ti ucciderò”

“ti stai sbagliando io non ti posso aiutare, non sono nessuno, te l'ho detto”

“silenzio!”gridò Saimon “farò tornare in te la parte d'oscurità che tutti abbiamo e allora vorrai andartene anche tu da qui insieme a noi”

Saimon mise la mano sul torace di Marco e creò un flusso di energia di color nero dalla propria mano diretto nel corpo del ragazzo a terra, Marco urlò come non aveva mai fatto prima

“Noooo”

alla fine del grido, istantaneamente un'esplosione di proporzioni elevate avvolse tutto e tutti per un tempo indefinito.

Marco si risvegliò in terra sul terrazzo tempo dopo con una voce conosciuta che gli parlava

“hey..Marco svegliati dai”

era il suo amico Franko che cercava di farlo rinvenire, e quando vide che c'era riuscito sorrise aiutando Marco ad alzarsi

“hey..sei conciato male è”

“già...ho bisogno di una vacanza Fra”

Marco si guardava attorno mentre Franko lo teneva sottobraccio per sostenerlo, tutti i ragazzi erano rinvenuti, aiutandosi l'uno con l'altro si stavano riprendendo quasi tutti, Marco incrociò lo sguardo di Alessia e i due si sorrisero, erano entrambi contenti di vedere l'altro vivo.

Marco si poggiò seduto sul bordo del terrazzo e disse tossendo

“hai visto qui? Non c'è nulla”

“ce ne andremo mai da qui?”

Marco guardò l'orizzonte vuoto“sai, ho qualche idea al proposito”

Ormai non si sarebbe fermato,forse li avrebbe portati via da quel posto, era il suo compito? infondo come gli avevano detto più di una volta oggi, lui era speciale.

© Marco Di giuseppe





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