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Il Figlio del Cimitero
di Neil Gaiman
Pubblicato su PBVAMP
Anno
2009 -
Mondadori
Prezzo €
17,00 -
344 pp.
ISBN
9788804587668
Una recensione
di
Giuseppe Bonaccorso
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Nel 2007, con la pubblicazione della raccolta Il cimitero senza lapidi e altre storie nere (Mondadori,2007, tit. originale M for Magic), Gaiman diede ai lettori un’anticipazione del suo prossimo romanzo proponendone un capitolo: The Witch’s Haedstone. Romanzo, Il Figlio del Cimitero (tit. originale The Graveyard Book), che nelle intenzioni dell’autore è da considerare una riscrittura del più famoso Libro della Giungla di Kipling, come ebbe modo di dichiarare lo stesso Gaiman in una conferenza tenuta nelle aule dell’Università del Minnesota il 17 Novembre 2007: un ragazzo privato della famiglia è cresciuto in un ambiente alieno alla sua natura umana, un cimitero abitato da gente morta, da fantasmi e misteriosi custodi/insegnanti. La letteratura per ragazzi è uno dei cavalli di battaglia di Neil Gaiman. Al suo attivo ricordiamo come opere famose e riuscite i romanzi Stardust (Mondadori, 2004), Coraline (Mondadori, 2002) e le graphic novel I lupi nei muri (Mondadori, 2003) e Il giorno in cui scambiai mio padre per due pesci rossi (Mondatori, 2004): successo dovuto alla sua fama di scrittore di fumetti di qualità, primo tra tutti The Sandman. Questo ultimo romanzo, che ha visto una gestazione di due anni (2007-2008), si può considerare una summa della poetica e narrativa di Gaiman. Il target scelto, quello dei giovani lettori, è in linea con la sua produzione precedente, ma i diversi livelli di lettura applicabili al racconto e le citazioni letterarie e i richiami stilistici sono dedicati ai lettori di “vecchia data” che seguono le storie dell’autore già da tempo. Chiari, altresì, i riferimenti ad autori “di formazione” come il sopracitato Kipling, e Lovecraft al cui stile e poetica è tributata una descrizione macabra e aliena nella città dei ghoul, creature sotterranee e cannibali nemiche di altre creature partorite dalla penna lovecraftiana: i Gaunt della notte. La narrazione segue lo schema tipico del romanzo di formazione. Nod, il protagonista, è seguito dalla nascita fino al raggiungimento dell’età matura che lo vedrà impegnato nell’affrontare i pericoli del mondo dei vivi, come un eroe delle storie epiche è costretto ad andare a fronteggiare il nemico. Lo schema classico del “cammino eroico” è analizzao tramite elementi post moderni, molto cari allo stesso Gaiman. Il fantastico che minaccia o aiuta Nod è urbano, metropolitano, facilmente confondibile a prima vista con le persone e situazioni che vediamo ogni giorno, ma dietro ogni apparenza si nasconde un mondo magico, una porta per l‘altrove che ci trasporta verso nuove esperienze, nuove realtà, ma che alla fine ricordano sempre le lezioni fondamentali che ogniuno di noi deve apprendere: la consapevolezza del bene, del male, il coraggio nella vita di tutti i giorni, la responsabilità per le nostre azioni, siano esse condotte tra i vivi, come tra i morti. L’ultimo romanzo di Gaiman è un viaggio ai confini della realtà, un viaggio per scoprire noi stessi all’ombra del nostro passato: un cimitero di ricordi, emozioni e storie in attesa di essere riscoperti seguendo una scrittura semplice, acuta e ironica che fa anche delle esperienze più terribili semplicemente delle esperienze da fare. In fondo, la vera magia, ci insegna Gaiman, non si nasconde in ciò che vediamo, ma nel come lo raccontiamo.
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