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Clown, muratore o poeta di Reiner Kunze
traduzione di Tania Ianni
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Ammetto, di aver detto: piattino da dessert. Ammetto anche, di aver risposto alla domanda del figlio, se debba collocare tutto il dolce nel piattino: tutto. Ed io non contesto, che il dolce occupasse tre quarti della superficie del tavolo da cucina. Non ci si può perciò aspettare da un ragazzo di dieci anni, che sappia, cosa s’intende, quando si dice piattino da dessert? Il lavaggio delle mani lo avevo controllato, e poi ero uscito, per salutare i miei amici, che avevo invitato per mangiare un dolce di patate. Il dolce di patate appena sfornato del nostro fornaio è una leccornia.
Quando tornai in cucina, il figlio era inginocchiato sul tavolo. Su uno di quei piattini da dessert, che sono solo poco più grandi di un sottotazza, aveva costruito una torre di dolce di patate, accanto a cui la Torre pendente di Pisa sarebbe sembrata verticale. Io non mi risparmiai con la voce.
Se però non avesse visto, che il piattino era troppo piccolo.
Si piegò con la guancia sul tavolo, per osservare il piattino sotto questo punto di vista completamente nuovo.
Doveva però vedere, che il dolce non si adattava a questo piatto. Ma il dolce si adatta, però, rispondeva lui. Una tortiera era appoggiata alla gamba del tavolo, ed anche l’altra era quasi vuota.
Iniziai a chiedermi ad alta voce, cosa debba diventare un giorno un individuo, che accumula un metro quadrato di dolce su un sottotazza, senza dubitare neanche per un attimo, che potesse essere grande abbastanza.
In quel momento i miei amici erano già sulla porta.
“Cosa deve diventare il ragazzo?” , chiese il primo, accogliendo le mie parole. Egli localizzò la torre.
“Il ragazzo manifesta un senso sorprendente per l’equilibrio. O andrà al circo, o diventerà muratore”.
Il secondo andò scrollando la testa intorno alla torre. “ Dove hai gli occhi?”mi chiese. Solo adesso scoprii, che i pezzi del dolce tagliato da me erano stati divisi in quattro, come fossimo stati numerosi vecchi. Il mio amico vide i più importanti nessi.”. Non vedi dunque, che nel giovane si nasconde un artista?”disse. “Il ragazzo ha il coraggio del mai visto. Egli lega le cose tra loro, in modo che noi ce ne stupiamo. Ha costanza creativa. Forse sarà persino un poeta, chi sa.”
“Prima un soldato giusto o geniale”, disse il terzo, che io però interruppi.”Soldato? Come mai soldato?” chiesi, col rischio, di dover disabituare al figlio le parole, che erano ad attendere, appena quest’amico si ricordava del suo periodo nell’esercito. Rispose: “ Un giusto soldato, perché esegue anche l’ordine più idiota. Ed un geniale soldato, perché lo esegue, così diventerà evidentemente l’idiota del comando. Un uomo come lui può diventare la benedizione della truppa.”
Speravo, che il figlio non avesse capito la maggior parte di ciò. La sera si accovacciò sul letto ai piedi di sua sorella e le chiese, cosa gli consigliava di diventare: clown, muratore o poeta. Diventare soldato, non lo prendeva in considerazione, perché avrebbe potuto avere a che fare con superiori come suo padre.
Da allora rifletto su chi è ospite da noi, prima di criticare uno dei miei figli.
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