Louis
Ferdinand Céline: un uomo discusso,
un intellettuale schierato dalla parte dei
nazisti contro gli ebrei durante l'occupazione
tedesca in Francia. Restano le critiche pesanti
al suo antisemitismo, resta il suo capolavoro:
"Viaggio al termine della notte".
Un viaggio reale, un'Odissea moderna che rappresenta
uno spaccato crudo degli inizi del '900. Crudo
ma vero, perché vissuto in prima persona
dallo scrittore, un'anima inquieta come quella
di tutti gli artisti, come quella di chi sa
e vede sempre oltre e non riesce a fingere
con se stesso e con gli altri.
Uno spaccato su tanti fatti del novecento,
fatti sanguinosi come la prima guerra mondiale,
fatti che avrebbero cambiato in seguito il
sistema produttivo e comportamentale della
società come la catena di montaggio
della Ford, fatti ingiusti e disumani come
la smania coloniale dei paesi europei.
Celine è l'antieroe, colui che cerca
di "salvarsi il culo" durante la
prima guerra mondiale, quello che finge la
pazzia, pur di non combattere al fronte. Non
crede ai patriottismi che spingono alla morte
migliaia e migliaia di giovani, non crede
alle glorie coloniali; se resta abbagliato
da una chimera, è quella di conoscere
l'America, un paese in continuo fermento.
Lavora alla catena di montaggio della Ford:
le pagine che descrivono questa esperienza
sono tra le più belle, il lettore è
lì con lo scrittore, tra i fumi e i
rumori assordanti della fabbrica, immerso
nel desiderio di uscirne di sera per riappropriarsi
dei propri pensieri.
E il lettore è ancora lì nelle
trincee, assalito dal fuoco nemico, nei quartieri
di periferia di Parigi dove il grigiore del
cielo e i fumi delle industrie creano una
notte continua, una notte che non finisce.
I personaggi che circondano Céline
nel libro sono tra i più bizzarri e
proprio per questo sono tra i più veri,
dal dottore che cerca nella sua clinica di
far riacquistare ai soldati il coraggio perduto
grazie a delle piccole scariche elettriche
alla famiglia che tenta di far fuori la loro
vecchia nonna perché è un incomodo
che costa troppo. La vita di tutti i giorni,
la vita di sempre:ho ripetuto tante volte
la parola "vero" e continuo a ripeterla,
perché questo libro è un viaggio
"vero" e misero nei vizi umani,
nei vizi mascherati da virtù, nella
bramosia e nelle bassezze degli uomini.
Ferdinand, il protagonista del libro, prima
soldato, poi vagabondo operaio e infine medico
nei sobborghi di Parigi, non cerca glorie
,vorrebbe nella sua immaginazione una vita
tranquilla, senza preoccupazioni ,ma è
pervaso da un inquietudine di fondo che lo
porta continuamente a girare, a cambiare,
ad abbandonare la bella americana che si prendeva
cura di lui, lo manteneva, pur di non costringerlo
al lavoro della Ford. Ferdinand, quest'uomo
vagabondo, abbrutito dalle sue stesse esperienze,
che si trova a disagio davanti all'amico morente,
che non sa come comportarsi in quelle occasioni
lui che da soldato ha visto uomini morire
in guerra e da dottore bambini gelidi sui
letti, lui non sa cosa dire, perché
ha capito il senso profondo della vita ,ha
dato la sua chiave di lettura, una chiave
che non lascia speranze.
Il suo è il viaggio comune a tutti
gli uomini, un viaggio che al termine della
notte può rinascere in una nuova alba,
o continuare nelle fitte cloache dell'oscurità.
© Gennaro De Falco
itacasognante@libero.it
Da leggere sul sito:
>>Louis-Ferdinand
Céline (1894-1961) Cenni Biografici
a cura di Marco R. C apelli