Flussi di coscienza,
depositi dell’ anima che affiorano taglienti.
Schegge acuminate di memoria in frantumi
si fondono ai pensieri,
madide del sangue di carne lacera,
raggiungono la mano indomita che li depone,
e solleva da un peso.
Ma è doloroso.
Pratica desueta al cuore arido,
inutile artificio dei poveri di spirito.
Ammaestrati ad un modello di coscienza
che trasuda invidia.
Lanciati immobili verso un miraggio,
ciechi alla vita, ed al valor del viaggio.
Come cani docili, legati alla catena
che delimita il confine del sopravvivere.
Un solco vergato sulla terra dall’ incedere
dei passi in percorsi imposti
Impronte su di un suolo esanime,
come le ferite inferte al cuore.
Cicatrici pagate al caro prezzo della crescita,
ormai, al tatto ruvide.
Come la voce che tuona inappellabile
nei gironi infernali di relazioni squallide.
Sottili come fogli di giornale in braccio al vento,
solide, come la panna sulle fragole.
Tra le onde agitate di un ego smisurato,
galleggi a fatica, elabori trame
e confondi invisibile.
Prevarichi sgomiti e calpesti,
al solo fine di soddisfar te stessa.
Evanescente distorci percezioni,
come un’ ombra nel buio sospesa nel limbo
della sua minuscola realtà.
Il tuo valore è solo superficie,
completamente ignara della profondità.