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La valle dei dimenticati
di Roberto Re
Pubblicato su SITO


Anno 2011- Sangel Edizioni
Prezzo € 18,00- 624pp.
ISBN 9788897040576

Una recensione di Cinzia Baldini
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La valle dei dimenticati

“«Ha sognato?» L’uomo posò il cucchiaio nel piatto e si voltò verso di lei. «Cosa vorrebbe dire che ha sognato? Cos’è, una malattia? È contagiosa?» «Non è una malattia e, purtroppo, non è contagiosa.» Finì con una sola sorsata quello che restava della bevanda e si alzò per posare la tazza sul tavolo. «Anche tu avresti sognato normalmente, se fossi vissuto qualche migliaio di anni fa.» Lo scetticismo che traspariva dal volto dell’uomo era quasi palpabile.” Già dalle prime battute del suo ultimo lavoro, LA VALLE DEI DIMENTICATI, Roberto Re indica ai suoi lettori la base su cui ha costruito e intrecciato la trama e sviluppato le vicende del romanzo: i sogni. Sogni che l’autore, con un artificio degno del miglior stile Fantasy, trasforma in realtà. Sogni rubati all’intera umanità, accumulati e raccolti nella “Stanza degli Specchi” dell’Oniroktirio, da un gruppo di scienziati “sognatori” chiamati Demosoneiros. Anthalos è il loro capo. Un uomo viscido e abietto che, mimetizzando i suoi loschi disegni con la ricerca scientifica, li utilizza come cavie umane e strumenti di alta tecnologia per arrivare al controllo delle menti del mondo degli uomini e di quelle dei demoni dell’Abisso. Né i Dragonieri, impegnati, di nascosto, a ricostruire le loro sparute fila dopo le epurazioni, le esecuzioni ed i massacri inflittigli dalla Chiesa negli ultimi, comatosi, anni della sua esistenza, né l’umanità, presa dai problemi esistenziali di sopravvivenza quotidiana, sono in grado di ostacolare il lento e graduale disegno di Anthalos che, instancabile, accumula nella sua mente l’immenso sapere carpito in modo scorretto e criminale dai Demosoneiros. Lo scorrere dei secoli, ha fatto, inoltre, dimenticare agli uomini di aver avuto, in un tempo lontano, la facoltà di sognare e, quindi, al raro verificarsi di un tale, insolito, evento colui che ne è colpito prova paura e sgomento al pari di una maledizione. In effetti, nel mondo creato dalla felice e fervida immaginazione di Roberto Re, la visione onirica che si presenta nella mente dormiente di una personale normale, cioè non ad un “sognatore di mestiere” è un messaggio preciso. Un avvenimento con un suo scopo ed un significato chiaro e inequivocabile, almeno per Charynn, la protagonista principale del romanzo. Non me ne voglia l’autore se ho cercato di condensare in maniera molto stringata e succinta la trama dei quattro libri, raccolti nel volume de LA VALLE DEI DIMENTICATI, ma l’ho fatto di proposito per non togliere al lettore il gusto di entrare nel romanzo per parteciparvi, in prima persona. Le oltre seicento pagine del libro sono un incessante via vai di colpi di scena che si susseguono senza tregua, che ammaliano il lettore e lo tengono avvinghiato ai brevi e scorrevoli capitoli, alle pagine ricche di descrizioni visive e olfattive, ai bucolici panorami naturali o alle tetre scenografie di terrore. La moltitudine di individui maschili e femminili che si avvicendano sugli sfondi realizzati dalla creatività dell’autore, inizialmente tratteggiati come gregari acquistano, paragrafo dopo paragrafo, una loro definitiva consistenza e finiscono per imporsi al lettore ognuno per una sua specifica caratteristica, per un riferimento saliente. L’alto senso dell’onore e di responsabilità verso il suo popolo, del principe Lawell, l’innata, genuina curiosità del giovane popolano Sandor, l’affettuosa cordiale espansività della rossa Galael, il pensieroso Kjaer depositario di un’antica, crudele, verità che ne segnerà l’esistenza, il sensibile e generoso Deyter, comandante dei Dragonieri, la paziente e fiduciosa attesa di Kometek, del momento in cui la scoperta della verità gli renderà finalmente giustizia e gli permetterà di riabilitare il suo nome presso il suo popolo e riavere l’amore della sua sposa per la fedeltà dimostrata ad entrambi ed, infine, l’intensa passione omosessuale vissuta senza vergogna e pregiudizi dalla mora, riccioluta e determinata Klara e la bionda, eterea Aloys. Personaggi che, meritatamente, si accendono di luce propria e ruotano, come astri, in un immaginario sistema solare al cui centro, algida e ardente al contempo, svetta la figura di Charynn. È una creatura intrigante e complessa, capace di riscuotere, nell’arco di uno stesso capitolo, l’ostilità e l’affetto del lettore. Una donna che vuole apparire, riuscendoci molto bene almeno nei primi due libri del romanzo, dura, insensibile, distaccata e scostante, priva di pietà e della capacità di provare un briciolo di sentimento, trasformandosi poi, dopo i terrificanti sconvolgimenti voluti dall’ingordigia e dalla brama di potere del capo dei Demosoneiros, in una persona psicologicamente provata ed emotivamente fragile, piena di dubbi e priva delle certezze e dei punti di riferimento che l’avevano sostenuta per circa settecento anni, il tempo che Antalhos ha impiegato a scoprire le sue carte. Il nuovo rapporto che, per il bene degli abitanti della Katachnia e dell’intera umanità, ricreerà con Kometek, suo marito, ritenuto a torto un traditore, ne fanno trapelare la profonda, latente e sopita umanità e anche quella femminilità nascosta oltre le mura difensive edificate intorno al suo cuore, per ripararsi dal dolore e dalla delusione che l’inganno di Anthalos aveva ordito ai suoi danni. Bellissime e a tratti commoventi le figure “umanizzate” dei draghi -per i quali non è possibile non provare affetto- che, nella loro saggia e mitica imponenza, diventano parti insostituibili delle scene centrali de LA VALLE DEI DIMENTICATI e della battaglia conclusiva in cui si contrappongono alle scellerate nefandezze dei Demoni. Il finale mi ha gradevolmente sconcertata! È giunto talmente inatteso che l’ho riletto più volte per paura di aver frainteso qualcosa o saltato qualche pezzo saliente. Nulla di ciò! Solo un’ottima trovata dell’autore che mi fa pensare ad una possibile apertura verso un eventuale seguito… che ci sta tutto! Questo volume in cui Roberto Re utilizza, dosa e miscela con sapienza tutti gli ingredienti tipici del genere Fantasy, maledizione compresa, ha una componente in più che ne decreta l’originalità: il già accennato rapporto omosessuale vissuto dalle eroine, “Dragoniere” per volere altrui e non per loro scelta. È un inserimento importante fatto con tatto e intelligenza. Un riferimento ad un tema sentito e molto dibattuto ai nostri giorni che ne “attualizza” le pagine tanto da renderlo appetibile sia dagli appassionati del genere che dai “non addetti ai lavori”. Il linguaggio scorrevole, chiaro, incisivo e a volte liricamente suggestivo mi permettono di consigliarlo tanto agli adulti quanto ai ragazzi. Buona lettura, dunque e “Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario, anche se nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita.” (Ayrton Senna)


Una recensione di Cinzia Baldini



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