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Responsabilità e disagio. Una ricerca empirica sugli adolescenti piemontesi
di Roberto Trinchero e M. Loretta Tordini
Pubblicato su SITO
Anno
2011 -
Franco Angeli
Prezzo €
25,50 -
224 pp.
ISBN
9788856844375
Una recensione
di
Vittoria Brunelli
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“Società dei ragazzi e società degli adulti: tanto diverse da generare disagio?”
Quante volte abbiamo sentito dire che gli adolescenti sono apatici, svogliati, insoddisfatti per le attività svolte, poco responsabili, inclini alla violenza? Ma è vero tutto questo? Roberto Trinchero, nel secondo capitolo del testo, introduce le differenze tra la “società dei ragazzi” e quella degli adulti e le difficoltà che le caratterizzano. Il passaggio all’età adulta è un momento in cui “il ragazzo si trova a far convivere e cambiare gradualmente valori, norme, modelli, abitudini, stili di vita tipici della società dei ragazzi con i corrispondenti della società degli adulti”. Il soggetto in crescita si trova esposto a pressioni che spesso (molto spesso) sono contrastanti. Da una parte queste provengono dalla “società dei ragazzi”, dall’altra invece dalla “società degli adulti”, che gli chiedono di responsabilizzarsi, ma poi gli forniscono dei messaggi opposti e deresponsabilizzanti. Un atteggiamento “seduttivo” (inteso come portare a sé, se-ducere) è un esempio di deresponsabilizzazione, perché mira a “tenere a sé” il bambino il più a lungo possibile, privandolo della sua personalità. Al contrario, un atteggiamento “educativo” (inteso come portare fuori, e-ducere) è basato sul dare dei limiti, ma anche delle responsabilità crescenti. Queste pressioni e questi messaggi contrastanti possono essere causa di un disorientamento nel percorso di responsabilizzazione che può sfociare in disagio, inteso come stato di malessere, comportamento trasgressivo e condotta autolesiva. In questo testo gli autori hanno condotto una ricerca empirica su 2156 ragazzi di sei istituti piemontesi diversi. L’obiettivo dell’indagine è quello di “descrivere le caratteristiche degli adolescenti che manifestano atteggiamenti di possibile disagio e rilevare relazioni significative tra le variabili suddette e tali atteggiamenti”. Gli indicatori di disagio si manifestano secondo modalità differenti: per età, genere, contesti abitativi differenti, scuola frequentata, considerazioni diverse riguardo al proprio insuccesso scolastico. L’indagine, svolta attraverso un questionario on line compilato nelle scuole, ha chiesto ai ragazzi di confrontarsi con ventiquattro situazioni problematiche legate alla loro vita quotidiana e di prendere una posizione tra due scelte alternative: una posizione di disagio ed una di responsabilità, cioè affrontare con sicurezza e maturità i problemi. I risultati emersi dalla ricerca rivelano che il disagio esiste, ma è un fenomeno contenuto che riguarda solo il 16% dei soggetti indagati. Ritengo che questo testo vada letto perché fa capire come spesso siano i genitori e la società stessa degli adulti a non responsabilizzare gli adolescenti giustificandoli e fornendo loro delle scuse. Per esempio, le cause degli insuccessi scolastici, ormai, non vengono più ricercate nell'attitudine o nei limiti dello studente, come un tempo, ma so quasi interamente attribuite agli insegnanti e all’organizzazione scolastica. Educare significa tirare fuori il meglio del ragazzo, responsabilizzandolo e portandolo a comportarsi in maniera più matura, completando il proprio sviluppo mentale e psicologico.
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