AUTOBIOGRAFIA SIMBOLICA
(fino a questo momento)
Dopo essere nato mi trasformai in asino.
Ero benvoluto da tutti. M’insegnarono a dire sempre di sì e portavo carichi pesanti sul groppone, trascinandomi per vasti aridi deserti.
Sopra di me volava a larghi giri un’Aquila Reale, che cercava la sua preda.
Un giorno imparai a dir di no e non mi trovarono più simpatico.
Mi trasmutai in una tigre e spaventavo con i miei ruggiti (anche se mi facevo ridere da solo e lo confesso, anche un po’ pena) tutti quelli che attraversavano la mia pista di caccia.
Certo ero molto feroce e coraggioso ma sinceramente, il mio continuo azzannare tutto e tutti cominciò a tediarmi.
Certo ero molto furbo e veloce e abitavo una lussureggiante foresta tropicale, artigliando prede varie e accoppiandomi con femmine stupende.
Sopra di me l’Aquila Reale calava in picchiata a ghermire gli agnelli.
Dopo un po’ la troppa carne cruda cominciò a nausearmi, così come tutta la cura giornaliera che dedicavo alla mia splendida pelle striata.
Una notte, guardai la volta stellata e mi prese un desiderio di viaggiare nel Cosmo.
Lasciai la foresta smeraldina e m’inerpicai verso le montagne.
Ora sto entrando in una profonda caverna.
Guardo il cielo sereno.
Vedo l’Aquila Reale trasportare, avvolta al collo, una lunga biscia d’acqua.
Scendo in una larga sala di roccia, con le pareti ricoperte di cristalli.
Mi specchio in uno di essi: piatto, scintillante, enorme.
Sono un bambino –di nuovo!- con i riccioli d’oro che sta accarezzando la criniera di un leone dallo sguardo sornione.
Guarda come rido, danzo, gioco!
Mi vedo sorridere.
Li vedi gli altri bimbi, con i loro animali, che stanno venendo a giocare con te?