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La ragazza silenziosa di Erich Kästner
traduzione di Tania Ianni
Pubblicato su SITO


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Era molto giovane, molto inesperta e molto avida di sapere. Lui era altrettanto avido di sapere, non inesperto però e di quasi venti anni più grande. Nonostante ciò avrebbe potuto imparare da lei qualcosa; perché lei era, seppure una ragazza , una donna, ed egli, seppure un uomo, un bambino. Ma loro non giunsero a queste evidenti riflessioni. Oppure evitavano, di pensarci.
Nei giorni, in cui lei lo andava a trovare segretamente, affinché lui disegnasse continuamente il suo bel viso, per rintracciare l’incanto dei suoi tratti, diceva occasionalmente: “Potete tranquillamente parlare mentre lavoro. Non voglio certo fotografarvi. Parlate tranquillamente, bambina”
“Non sono una bambina”, rispondeva allora lei con calma “ e così lui iniziò a parlare al posto di lei, mentre il suo sguardo curioso vagava di qua e di là tra il viso ed il blocco. Lei taceva, lo guardava immobile e diceva solo qualche volta “Aah “ oppure “Sì si “ o “Così così”.

“Leggete talvolta romanzi d’amore?” chiese lui un giorno. E poiché lei, come al solito,taceva ,lui continuò: “Lasciateli stare.” Non si può impararne nulla, bimba mia”.
“Non sono una bambina”, disse lei con calma.
“Da nessuna parte”, disse lui “si finge in modo così informe, da nessuna parte la realtà e la verità vengono nascoste così freddamente come nei romanzi d’amore. Se uno scrittore vuole descrivere, come si uccide o si taglia in piccoli pezzi qualcun altro, o come si impicca, o si ‘incendia una città, o si maltratta un animale, alla sua esattezza non sono posti limiti. Nessuno avrebbe l’idea, di prendersela con lui per la sua accuratezza. Nessuna autorità tenterebbe, di vietargliela. Alcuni romanzi sono veri manuali per banditi e omicidi esordienti. Se però un poeta osa descrivere le cose dell’amore, che però di certo significa la più grande, se non l’unica felicità per noi uomini, ciò è tanto buono quanto inutile. Farebbe meglio, ad uccidersi, prima che lo facciano altri. Può svelare ciò che è più orribile. Il bello, di indicare anche soltanto con le parole , gli è vietato. Tentarlo perciò sarebbe peccato mortale. I fondamenti dello Stato, della Chiesa e della società vacillerebbero altrimenti. E gli edifici, che vi sono stati eretti sopra, dovrebbero crollare come castelli di carta. I guardiani delle convenzioni tremano giorno e notte dinanzi alla forza elementare della felicità e dell’amore.”
Lo guardò fissamente e mormorò:”Aah”.

“In fondo”, disse lui un’altra volta” è totalmente impossibile per due persone , che si amano o credono di amarsi, avvicinarsi davvero l’un l’altro. Probabilmente Lei dubiterà di
questa affermazione, bambina mia”.
“Non sono una bambina”, replicò lei dolcemente.
“Un poeta francese dei nostri giorni”, continuò lui “ ha tentato di illustrare in una giustamente più oscura allegoria l’impossibilità di incontrare del tutto l’un l’altro. Ognuno dei due amanti, lui pensa, sia come cucito dentro un grosso sacco di tela, così egli non possa vedere nulla e muoversi appena. In questa dolorosa disposizione d’animo starebbero ora l’un contro l’altro, avvertirebbero la vicinanza dell’altro che rende felice, sentirebbero lo slancio dell’inclinazione confinante col doloroso, vedrebbero l’oscurità, lino che tocchi goffamente al lino, maldestro e insufficiente, e nessuno dei due saprebbe proprio, chi allora e come in verità sia l’altro. Il paragone non suona molto poetico, ma temo, che sia giusto. Vale a dire , che già Adamo ed Eva avrebbero raccolto e mangiato la mela dell’Albero della Conoscenza. Considero ciò una notizia falsa. Ci si è solo dimenticati, di smentirla. Pende ancora in alto sull’albero, la mela misteriosa, ed è eternamente irraggiungibile per gli uomini.”.
Lei lo osservava fisso e disse leggermente “Così,così”.
“Ci si abbandona solo troppo facilmente- ciò che si sa da molto, dimenticando -la opinione” disse lui un bel pomeriggio “ che in questo paese il disprezzo ufficiale sia antico come il mondo. Però come ci si comporta allora davvero? L’amore è stato sempre e sarà ovunque forse nascosto, come fosse un peccato e una vergogna? Come se appartenesse al carcere e si facesse giustamente, a tacerne, come di un parente, che obbliga a rubare i cucchiai d’argento? Non fu sempre così, ciò lo sa ogni bambino”.
“Non sono una bambina”, rispose lei calma.
“Non è stato sempre così”, ripeté lui “ Pensi agli antichi Greci, che rendevano omaggio alla bellezza fisica adorandola nei templi. E’ stato e non è dappertutto così. Pensi soltanto
ai libri indiani dell’amore. E non si dimentichi la naturale schietta capacità del Giapponese,
che ha delle cose ed dei processi, che si mettono a tacere nell’Occidente odierno in modo addirittura infantile, o vengono ridacchiati disgustosamente. Ma come, chiedo, si può parlare allora francamente della parte spirituale, divina dell’amore, se si disprezza,
l’amore terreno, lo si mette al bando e ce se ne vergogna? Così non solo una parte di esso, ma anche l’intero diventa una bugia.”
Lei lo guardò fisso e disse: “Sì, sì”.

Così e similmente parlò lui, mentre continuava a disegnarla . E così e similmente lei taceva. Fino a quando giunse quel pomeriggio, in cui lui, tenendo la testa obliquamente, esaminò l’ultimo disegno e disse: “ Meglio non posso, bambina mia.”
Lei rimase in silenzio.
“Sarebbe sconsiderato”, continuò lui “ chiederLe in seguito le Sue visite. Il disegno, commisurato al mio talento, non è male.Volete vedere il foglio, bambina mia?”.
Rimase in piedi in silenzio e entrò dietro di lui.
Lui si schiarì la voce. Poi chiese: “Posso regalarglielo -bambina mia?”.
“No”, disse lei “lo appendiamo lì sopra il sofà”.
Lui si voltò verso di lei meravigliato. Lei sorrise un po’, osservò riflessiva da una finestra all’altra e pensò: “Dovevamo procurarci nuove tende. Se- ti va bene.”
Lui la osservò fisso e mormorò, prendendo la sua mano: “ Oh, io bambino”.

© Erich Kästner
Traduzione a cura di Tania Ianni



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