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Anno
2006-
Editore Nuovi Equilibri
Prezzo €
10-
210pp.
ISBN
2147483647
Una recensione
diGordiano Lupi
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Votanti:
13852 Media
79.61%
Ho affermato tra le pagine di Nemici miei che oggi come oggi tutti scrivono noir e che l’Italia è la terra dei commissari di pubblica sicurezza e dei marescialli. Ho aggiunto pure che il noir mi ha un po’ stancato, anche se c’è stato un periodo che pure io lo provavo a scrivere (ma non ci riuscivo). Non ho cambiato idea, ma è pur vero che se mi capita tra le mani un noir meno convenzionale del solito lo leggo e ne parlo volentieri. Paolo Roversi è uno scrittore che conoscevo come grande cultore di Bukowski, perchè ha pubblicato due libri fondamentali sullo scrittore maledetto che trovate nel catalogo di Stampa Alternativa. In fin dei conti pure il suo autore preferito scrisse una sorta di noir ambientato nel mondo del cinema (Pulp) e Roversi lo imita inventandosi un noir giornalistico, che ruota attorno a un trentenne freelance (autobiografico?) che indaga sui delitti di un serial killer di prostitute. Non può certo mancare un commissario che indaga, secondo la miglior tradizione del giallo italiano, che qui è impersonato dal vicequestore Loris Sebastiani. Il mistero viene risolto proprio dalla simbiosi tra il giornalista e il poliziotto che mettono in comune le rispettive conoscenze. Non mi dilungo oltre sulla trama ma vi dico che la cosa migliore del romanzo è la sua estrema leggibilità. Milano è ben ricostruita e fa da credibile scenario a un susseguirsi frenetico di orribili delitti. A tratti pare di essere dentro un noir di Scerbanenco, autore che Roversi dimostra di conoscere bene. I personaggi sono realistici e parlano tra di loro con un dialogo serrato che contribuisce allo sviluppo dell’azione. Il sottobosco milanese fatto di criminalità, papponi, spacciatori, extracomunitari, prostitute, informatori è reso con dovizia di particolari ed è ben descritto. Il titolo del romanzo si ispira a Blue tango di Paolo Conte, un bel pezzo composto al piano dall’avvocato cantautore di Asti. Confesso che uno dei motivi che mi ha portato a leggere questo noir è stata la voglia di ritrovare tra le pagine di un libro le note di quella canzone. Se amate il noir non lasciatevi sfuggire Roversi, magari vi accorgete che si legge meglio di Faletti. Hai visto mai?
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