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Papir in meso antologija italijanske kratke proze (Carta e carne – antologia della prosa breve italiana)
di a cura di Sergio Sozi, traduzione di Veronika Simoniti
Pubblicato su PB16
Anno
2005-
Študentska Založba, Lubiana
Prezzo €
23-
309pp.
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''Sergio Sozi, il curatore di questa antologia, nel selezionare i racconti da inserirvi si è reso conto che la prosa breve italiana contemporanea ha abbandonato la via della novellistica tradizionale per riferirsi piuttosto all'attualità''. Cosí si è espressa Valentina Plahuta Simcic l'11 febbraio 2006 nel riferire ai lettori sloveni del maggior quotidiano nazionale, il ''Delo'', la presentazione stampa del volume ''Papir in meso – antologija italijanske kratke proze'' (''Carta e carne – antologia della prosa breve italiana''). L'articolo del giornale lubianese, poi, riportava a mo' di titolo il commento sintetico dello stesso curatore: ''Una galleria di fantasie, nostalgie ed incubi''. Ma prima di parlare piú approfonditamente dei suoi contenuti, sarà opportuno presentare in breve il contesto in cui è sorta la raccolta. ''Papir in meso'', infatti, è stato realizzato dalla terza casa editrice per importanza e diffusione della Slovenia (la Študentska Založba), la quale, desiderando proseguire la già avviata collana dedicata alle piú recenti produzioni novellistiche dei Paesi europei, ha commissionato la traduzione dei racconti scelti da Sozi ad un'unica traduttrice, specializzata in autori contemporanei (l'italianista Veronika Simoniti, già responsabile delle ''Lezioni americane'' di Italo Calvino). Il libro, dunque, comprende venti racconti, pubblicati in Italia fra il 1989 ed il 2003, ed ha avuto il sostegno del Ministero della Cultura sloveno, dell'Istituto Italiano di Cultura in Lubiana e della Quadrilaterale (progetto unente i Governi di Italia, Slovenia, Ungheria e Croazia).
Ciononostante la pubblicazione è stata distribuita nazionalmente nelle librerie sin da subito, lesinando le copie omaggio, poiché per coprire gli alti costi di realizzazione, i proventi delle vendite sono irrinunciabili: facile immaginare, tanto per fare un esempio pratico, solo le difficoltà ed i costi relativi all'ottenimento dei diritti d'autore di venti opere utili per fare un solo libro, tirato in sole 500 copie (ricordiamoci che la Slovenia ha due milioni di abitanti e che le case editrici, come i quotidiani, pagano gli autori e i traduttori regolarmente).(...) Fra i venti autori presenti nell'antologia, vi sono anche i racconti ''Il patriota'' di Marani (Rizzoli) e ''La volta'' di Magris (Garzanti): due gioiellini di, rispettivamente, umorismo e visionarietà. Oltre a questi, sicuramente vediamo i migliori nomi della narrativa italiana: Dacia Maraini, Andrea Camilleri, Silvana La Spina, Maurizio Bettini, Daniele Del Giudice, Alessandro Bertante, Antonio Tabucchi, Simona Vinci, Giuseppe Pontiggia, Arnaldo Colasanti, Lodoli, Benni, Susanna Tamaro, Erri De Luca, Michele Serra, Niccolò Ammaniti, Giuseppe Longo e Silvia Ballestra.
L'antologia, pur con i suoi, forse inevitabili, difetti, dati dalla enorme varietà di stili e poetiche presenti (cosa unirebbe Ammaniti e Tabucchi?), offre comunque una panoramica complessiva certamente interessante della prosa breve sorta in un'Italia per certi versi antropologicamente irriconoscibile rispetto al passato, un'Italia magmatica e psicolabile, scissa tra angosce finemillenarie e individualismi paranoici, che si presenta come un microcosmo sociale dove le brutture, la violenza dell'incomunicabilità e i dissidi interni, come gli slanci poetici, le attività oniriche e le operazioni di ''polemica costruttiva'', sono tutti espliciti e raffinatamente presentati grazie a penne rese multicolori dal loro stare insieme in questa sede.(...) Un utile aggiornamento, sia perché voluto da un popolo, demograficamente piccolo quanto letterariamente molto curioso, preparato e vitale, sia anche perché, diciamo provocatoriamente, se questo volume fosse ''ritradotto in italiano'' potrebbe aprire gli occhi agli italiani stessi di fronte alla loro diversità (nel bene e nel male) rispetto agli altri Paesi europei.
In Slovenia, inoltre, le recenti traduzioni di Niccolò Ammaniti (''Io non ho paura''), Gesualdo Bufalino (''La diceria dell'untore''), Susanna Tamaro (''Va' dove ti porta il cuore'') e ''La variante di Lüneburg'' di Paolo Maurensig, oltre alla ristampa di ''La pelle'' di Curzio Malaparte, stanno rendendo dei visibili onori al passato recente della nostra narrativa. ''Il nome della rosa'' di Eco addirittura è finito insieme ad un quotidiano a prezzo di lancio. Adesso, forse, dovremmo chiedere alle nostre case editrici di rivedere un po' la loro sospettosità nei confronti delle raccolte di racconti: forse sarebbero smerciabili anch'esse, in un Paese europeo… Che, noi italiani siamo forse europei solo quando si tratta di quattrini, polemiche politiche e tecnologia?
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