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Trilogia della Somalia Musulmana
di Lina Unali
Pubblicato su SITO
Anno
2004-
Antonio Corbisiero
Prezzo €
15-
327pp.
Una recensione di
Maria Pina Ciancio
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Votanti:
9177
Media
79.49%
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E' una Somalia musulmana, cittadina, nomadica, tribale, innocente e drammatica quella che emerge dal viaggio nella "Trilogia della Somalia musulmana", romanzo in forma diaristica di Lina Unali. Il libro è stato pubblicato dalla Casa Editrice "Il Grappolo" di Mercato San Severino, come nuova proposta di testimonianze letterarie italiane all'estero nella preziosa collana "Radici".
L'autrice ha insegnato all'Università Somala di Mogadiscio a varie riprese, tra il 1981 e il 1990. Nelle pagine del romanzo, la Unali è dunque presente nel suo duplice ruolo di scrittrice e di docente innamorata di Mogadiscio, con il vecchio centro arabo di Hamar Weinw, i suoi limpidissimi cieli, le lune storte come si vede a Sud del mondo, i miti monsoni e l'oceano che si frange sulla barriera corallina.
Madina, Jana, Dahir sono i tre personaggi di questa trilogia, le cui voci si fondono e si confondono con quella della narratrice, che con loro "ricorda, dialoga, ascolta".
Il primo racconto, è interamente ambientato a Mogadiscio ed è quello di Madina, una religiosissima donna musulmana di mezz'età che viene soprannominata Regina d'Africa, perché capace di esprimere al suo livello più alto, tutte le potenzialità dell'Africa musulmana: gioie e paure ancestrali, autocontrollo, orgoglio, senso dell'identità, sicurezza, vera e computa spontaneità, tutto in una simbiosi autentica con la natura e la boscaglia delle origini, appena a un passo da Mogadiscio.
Il secondo racconto, quello di Jame, studente adottivo della scrittrice, ma anche scrittore, segue una linea curva, che da Mogadiscio giunge a Roma, dopo aver attraversato l'Etiopia, Dgibuti e il Somalilend. E' la drammatica storia della Somalia insanguinata dalla guerra civile e dalle razzie, che raggiunge l'apice con la fuga di Jame. La trilogia si chiude infine con il racconto di Dahir (ex studente brawano) e della sua ragazza Khadijia. La parabola questa volta muove da una Mogadiscio dilaniata dalla guerra, passa per il Kenia e l'Arabia Saudita e approda a Londra. Nello studio della scrittrice al nono piano di un edificio londinese nel quartiere di Chelsea, Dahir evoca la distruzione del Corno d'Africa in un racconto a tratti disperato. E sempre a Londra si chiude il cerchio di tre storie e tre personaggi che pur nella loro diversità ruotano interno agli stessi nuclei tematici.
Una scrittura autobiografica quella di Lina Unali, avvincente, poetica e pulsante, che spesso si fonde e si confonde con quella dei suoi protagonisti e degli altri personaggi. Un flusso di ricordi strappati con estrema lucidità e poesia all'oblio e al silenzio. Un ritorno alle origini dell'Africa musulmana, ma anche un ritorno a se stessa.
Una recensione di Maria Pina Ciancio
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