Guarda che io la amo pazzamente
questa vita
e lo dico a tutti
R. Tempesta
“L’intero senso” di Rossella Tempesta è una raccolta che testimonia e conferma l’ampia ricchezza di contenuti ispiratori dell’autrice. Le venti sezioni che compongono il volume corrispondono alle nove più importanti raccolte e antologie pubblicate dalla scrittrice campana dal 1998 ad oggi. Nell’ordine: Dolce domenicale a gennaio, Alla tua porta, Passaggi di Amore, L’impaziente, All’aria canto, Libro domestico, Inequilibrio, L’interosenso (Nuove parole), Un futuro. La prefazione al volume è a firma di Carlo di Legge che stila una dettagliata nota introduttiva sui motivi ispiratori e sulla poetica della scrittrice “Dapprima avverto due momenti dominanti, che sono il paesaggio (…) e l’altra madre-terra, Campania (…) e l’altra, il sentimento/emozione” (dalla prefazione p.11). Leggere la poesia di Rossella Tempesta, significa entrare nei sentimenti e nell'emotività del suo mondo, con una leggerezza e una levità rari. Nella sua apparente semplicità, cattura immancabilmente il lettore, perché sa guardare alla vita reale e quotidiana con accoglimento e anche un velo di ironia e, da questa, si spinge a indagare la complessità della vita e delle cose. Il suo sguardo sta nel mondo, lo attraversa con pacatezza nelle sue variegate sfumature e lo accoglie, in una protesa disposizione all’ascolto. I cinque sensi sono tutti desti, ma di più lo è la vista “Sai che in cima a via Casio/ la città è rimasta campagna/ dove i carrubi si godono l’orizzonte di mare/ e i rovi di more si fingono bordura di lago” (p. 153).
La prima cosa che colpisce, in un tempo in cui stanno venendo meno le coordinate spaziali, è la ’geografia poetica’ dei suoi versi, cioè l’attenzione ai luoghi intesi come paesaggi dell’abitare, che la parola stessa difende, valorizza come una carezza in un intimo compenetrarsi di paesaggio e stato d’animo.
Questo aspetto poetico dell’abitare è strettamente legato al trionfare della quotidianità in tutta la sua semplicità e normalità. Numerose sono le poesie che in esergo citano riferimenti ai luoghi ispiratori, conosciuti, amati o semplicemente attraversati, la Puglia e la Campania innanzitutto “la bellezza congiunturale/ degli orli di due terre, mie madri/ la Campania e la Puglia” (p.79). Dentro le sue poesie c’è un mondo intero (fatto di interni ed esterni) ed come se l’occhio poetico lo fotografasse in un reportage a tratti diaristico e ce lo restituisse con le sue voci, le sue tradizioni, i suoi ricordi, nella sua più autentica identità ed appartenenza. E’ per questo che definirei la sua poesia sì domestica (della casa/tempio), ma anche del viaggio e degli spazi aperti e spalancati allo sguardo di chi sa cogliere, in un reportage di pietas ed amore, il battito del mondo.
Sono versi profondi e apparentemente semplici i suoi, colmi di speranza, “si può sperare una resurrezione” (p.85) che sprigionano energia, forza e autenticità. La sua scrittura sa accendere un chiarore anche nelle zone più opache e dolenti dell'esistenza ed è priva di retorica, finanche quando l’unica grande certezza che vi emerge, di fronte alla consapevolezza del male e del dolore umano, sono gli affetti e l’amore “Io non tengo più questa parola/ -Amore-/ che mi si allarga in petto/ e tra i fianchi spinge/ come una figlia che debba/ -adesso- / vivere (p.73). Un amore “impaziente” con la “A” maiuscola, che salva, illumina il buio, dona senso. Lo si sente attraversare capillarmente la raccolta, anche quando non è esplicitamente evocato o richiamato. Assume dunque una connotazione spirituale, mi sentirei di dire, e una valenza universale, anche quando si concretizza e si fa manifesto come l’amore di una donna o quello di una madre “E se pure io non muoverò le labbra/ e non potrò dormire, ricordate/ che pazzamente vi amo” (p.86). Amare è un dono, aspiriamo all’amore per tutta la vita e, quando lo troviamo, esso si traduce in poesia “mi risveglio/ con la testa/ piena di poesia (p.108). L’amore e la poesia, dunque, visti da questa prospettiva, sono le cose che si palesano e salvano, con il loro semplice esserci ed esistere.
Un richiamo allo stupore dell’amore, quasi a voler chiudere il cerchio di questo “intero senso”, lo ritroviamo negli ultimi tre versi di chiusura della raccolta: “E’ amore è la spinta,/ amore il magnetismo gravitazionale/ amore” (p. 195).
Dolce domenicale a gennaio
Aspetta
ti faccio un pacchetto
di questo mio amore scomodo
Ne è troppo
e in questa casa siamo tutti a dieta
e in questa casa tutti sono io.
Tu portalo appeso al dito, per il nastro [stropicciato
E dividilo in bocconi radi, durante la mia [assenza
Puoi far sapere al mondo
(delle briciole sul petto)
quanto questa donna (questa gran piccola)
ti ama.
Anche se inadeguata, marginale.
(Rossella Tempesta, p.33)