Un’ esplosione di colori nella poesia di Elina Miticocchio
Se dovessi esprimere la prima sensazione che lascia questo libro di Elina Miticocchio (Foggia 1967), direi la leggerezza.
La raccolta si suddivide in sette sezioni che metaforicamente evocano l’esperienza di ricerca dell’autrice, l’universo che vive fuori e dentro di sé “il mare che ho nel cuore”, tra segni e fili da annodare per cucire, ricucire tessere una trama. Fili del prima e del dopo, del presente e del passato.
La sua è una poesia fatta prevalentemente di accostamenti sensoriali e di immagini metaforiche, che si sostanziano in una vera e propria esplosione di colori (il biancoprevalente), e nella capacità di cogliere l’istante nel fiotto di luce intravisto all’orizzonte.
Nei suoi versi la narrazione vive sotto-traccia, la vera forza è tutta negli accostamenti semantici e sensoriali.
Natura, bellezza, cielo, mare, astri, ma anche gli elementi della quotidianità più semplici, trasfigurati dalla fantasia, si intersecano, creando un universo rarefatto, misterioso, trasognato, che stimola il lettore.
C’è molto tra il detto e il non detto. Ascolto, attese, stupore, incanto, intuizioni. Un colloquio intimo e interiore che si dipana tra luce e ombra. Orme e tracce. Tutto in chiaroscuro “scrivo con la matita/ ogni parola passa/ da te a me in fretta”.
Un dettato che riconduce tutto a quel senso della vita e della poesia, che il poeta francese Renè Chare ha così bene ed esattamente espresso “Non possiamo vivere che nel frammezzo, esattamente sulla linea ermetica di condivisione dell’ombra e della luce” (cit. dell’autrice, p.48).
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Due poesie tratte da "Per filo e per segno":
Due mollette per tenere
i pensieri sul cuore
Riavvolgo il gomitolo
la lana presa al mercato
scucio il bottone del vestito
sono bambina
-l’ago e il filo conservati
nella scatola dei biscotti
insieme ad altre tracce
dolci stelle
come di pane
lievitate sotto la coperta
ancora scottano le mani
* * *
una nuvola silente
dipinta sulla parete
distilla il suono
goccia la pioggia
notturna mi infilo
nel solito sogno
-Lola, il prato, una ricreazione -
Mi spunta in testa il mare
lunga una conchiglia
soffiata in cantilena da mia madre
(pp 7-8)