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La strada per la città
di Saverio De Marco
Pubblicato su SITO
Anno
2017-
Italic
Prezzo €
16,00-
162pp.
ISBN
8869740633
Una recensione di
Maria Pina Ciancio
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Votanti:
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80.03%
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“Era curioso quanto fosse distante la realtà dall’immaginazione, pensò Luciano. Ma senza l’immaginazione la realtà diventava noiosa, anche questo era vero” (cit. Saverio De Marco)
Il libro “La strada per la città” di Saverio De Marco è una raccolta di dieci racconti che possono essere definiti resoconti di viaggio e di avventure quotidiane. Nascono più che dalla contemplazione, dalla vita attiva: raccontano di esperienze metropolitane o paesane nei territori di origine (la Lucania), ma anche di cronache di viaggi, aneddoti, curiosità di vita. C’è dentro la vita insegnata non solo sui libri, ma anche dalla strada e dall’esperienza. Tutte le storie ruotano intorno al personaggio di Luciano e ai suoi giovani amici fuorisede, che dal sud Italia si sono spostati per motivi di studio nella periferia metropolitana di una grande città (da una periferia ad un’altra periferia!). Il linguaggio è asciutto, colloquiale e diretto. Luciano, nonostante il narratore scelga di parlare di lui in terza persona, è un po’ l’alter ego dello scrittore, ed è uno di quei personaggi a cui non è difficile affezionarsi, provare simpatia a pelle. Forse per quell’essere ingenuo e anche un po’ timido che lo caratterizza, duro e romantico al tempo stesso. Luciano, talvolta, sembra un personaggio saltato fuori da un fumetto (i suoi fumenti!), tratteggiato con grazia e ironia, come sospeso in un mondo tutto suo, da cui osserva se stesso e gli altri con occhio curioso, attento, ma anche disincantato. L’occhio di chi, da un piccolo paesino del sud Italia di appena duemila anime si è trasferito nella capitale, per proseguire gli studi universitari, e tutto gli è nuovo, da conoscere, da fare esperienza, da accogliere o da rifiutare, ma sempre con il sorriso e la malinconia che contraddistingue certa gente del sud. E poi quell’ironia sorniona contro i pregiudizi e il conformismo, ma soprattutto verso se stesso, con la capacità di sorridere di sè e di farci sorridere “Quando la gente è troppa anche tu ti senti di troppo anche se sai di essere unico e irripetibile”. Aleggia in sottofondo la lezione dei grandi scrittori americani dalla vita avventurosa e disordinata, con il passaggio/ritorno dalla civiltà allo stato primitivo «Non ne poteva più di rumori di macchine, suoni di clacson, suoni di ambulanze e polizia, marciapiedi affolati, autobus ricolmi di esseri umani (…) Dopo mesi trascorsi in città, quando si approssimava il ritorno a casa per le vacanze di pasqua cominciava a sognare le montagne… A volte svegliava il compagno di stanza nella notte, perchè sognava di scivolare da una cima ghiacciata cadendo nel vuoto… Certe notti ululava. “Quando cominci ad ululare di notte è segno che vuoi tornare a casa” gli diceva Francesco, il suo compagno di stanza». La strada per la città è un libro schietto e sincero, senza retorica, né forzature, lontano dai conformismi. Esalta l’amore per la vita e la conoscenza, il coraggio, il confronto con gli altri e le cose vere. La vita semplice nella sua profondità, insomma. E potrei elencare la montagna, le tradizioni, i libri, ma è bello che il lettore queste cose le scopra da sé. Concludo dicendo, infine, che il piacere di leggere questi racconti è legato non solo al libro in sé, ma anche all’affetto che mi lega all’autore e che ricordo ancora bambino, con gilet e calzoncini in velluto marrone giocare sotto casa con il cane, disegnare cavalli, collezionare manufatti artigianali sugli indiani. E poi leggere libri e coltivare da sempre la passione (condivisa) per la letteratura e la montagna “la sua montagna”.
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