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Il secondo libro di Scyra
di Umberto Bartoli
Pubblicato su SITO
Anno
2009-
Mjm Editore
Prezzo €
10,00-
270pp.
ISBN
9788895682822
Una recensione di
Katia Ciarrocchi
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Votanti:
10693
Media
79.74%
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“…Sono parte di un sogno assurdo Bieco. Impossibile, bastardo La vita, le persone non possono essere queste Io non sono così, non lo era mia madre…”
Non lasciatevi ingannare dal titolo, Il secondo libro di Scyra è la prima opera dell’autore emergente Umberto Bartoli, un libro che mi ha incatenato a sé sin dalla prima pagina. Scyra si innamora di Nuthos e fin qui – direte voi – nulla di nuovo, ed io rispondo che è vero se non fosse per una trama accattivante e che ha dell’incredibile. Nuthos sin da subito si rivela una persona “strana”, ambigua: “Lui era sempre più incredibile e pieno di risorse. (…) Era una miniera inesauribile di linfa vitale. Alle volte le faceva un po’ paura perché non si riusciva a vedere il fondo del pozzo e la cima del monte.” “Il senso d’infinito spaventa l’uomo, si sa”, ci scrive l’autore, ma in verità è che la realtà a volte terrorizza, ti attorciglia le viscere piombandoti addosso così all’improvviso che non hai nemmeno il tempo di riflettere: devi solo subirla. Bartoli riesce a muovere i personaggi con grande maestria, le storie e il quotidiano si intrecciano con il vissuto di ognuno e tutti, indistintamente, sono manipolati. Manipolati dalla noia di un gruppo di persone, “nobili” con troppi soldi e l’incapacità di spenderli nel modo più adeguato, con il macabro “godere” delle sofferenze altrui solo per il gusto di vedersi registi di un’altra vita. In “Una poltrona per due”, film del 1983 diretto da John Landis con Eddie Murphy, si gioca con la vita di due persone a fronte di una scommessa , avente come posta un solo misero dollaro!, qui la posta in gioco è molto più alta e il divertimento sta proprio nel rovinare, dirigere e gestire la vita altrui, nel mezzo sesso da “guardare” e umiliazioni da impartire. Quando Scryra si rende conto, grazie all’aiuto di altre “vittime inconsapevoli”, in che misero gioco è caduta, trasforma la realtà: da vittime divengono carnefici, “lavorando” sempre per gli sceneggiatori di questo gioco e riscuotendo il compenso finale. Siamo animali sociali, e come tali ci lasciamo influenzare dal mondo che ci circonda, consapevoli o non consapevoli, è un meccanismo che si attiva automaticamente insinuandosi nel nostro subconscio che furtivamente lavora. Conosci te stesso esortava Socrate, nel trovare la verità dentro di sé anziché nel mondo delle apparenze, ma a volte non è cosa semplice, soprattutto quando sono messi in campo i sentimenti. Un bel romanzo, intrigante e ben costruito.
Una recensione di Katia Ciarrocchi
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