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In principio fu il mare
di Cinzia Pierangelini
Pubblicato su SITO
Anno
2011-
Pungitopo
Prezzo €
14-
152pp.
ISBN
9788889244975
Una recensione di
Lorena Curiman
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In principio fu il mare. Ed è il mare il denominatore comune, questo mare uguale ovunque. Solo l’orizzonte cambia, l’acqua rimane la stessa. Un forziere di vita e di morte: la potenza del divenire e del già compiuto. La libertà mentale, nessun pregiudizio, nessuna diversità, i temi trattati con stile leggero e diretto dall’autrice tramite i protagonisti e le loro vite ordinarie incrociate da una forza sconosciuta.
C'è Mohammed, adolescente irrequieto in cerca della libertà (economica e di pensiero), che non si rendeva conto di essere già libero (“libero di decidere, persino di giocare”) prima ancora di abbandonare la casa paterna; Mohammed che ricorda il padre negato al gioco, alla leggerezza, inflessibile e che, durante le lunghe giornate di lavoro come venditore ambulante, usa sistematicamente il suo angolo dei pensieri sospesi, che lo aiuta a tenere sotto controllo i pregiudizi o i sogni ancora non avverati di immigrato in cerca di un futuro diverso. Perché “la realtà non è una fantasia che si può plasmare a proprio piacimento” – parole di suo padre che si porta dietro dal giorno in cui ha deciso di andare in Europa “per concedersi il lusso di una follia che , infantilmente, lui chiamava libertà", subito entrando nel pieno statuto di clandestino appena toccata la terra europea, senza via di ritorno, passando per i lager siciliani di mezza civiltà, l'incrinarsi della convinzione di essere un paladino della libertà, la Francia, meta ambita del percorso culturale, la metamorfosi da libero cittadino dell’universo a semplice nessuno, nullità invisibile e, contemporaneamente, da adolescente ad uomo maturo.
E poi c'è Nino giustizieri, l’uomo per il quale il nipote avrebbe spostato i monti, spento la luna e capovolto il cielo. Quel nipote cresciuto da nonno Nino come se fosse un padre, a forza di sacrifici quotidiani, quel nipote che si rende perfettamente conto di percepire l’esistenza in maniera anomala, con lo sguardo attratto da altri spazi, lontani, invisibili alla gente comune. Un guasto che distrugge le famiglie e fa scappare lontano persino le mamme.
Il primo incontro, violento, tra il nipote speciale e Mohammed, entrambi in uno stato di sofferenza per il luogo in cui si trovano, più malvolentieri che contenti, e con la consapevolezza che “nella società non conta chi sei, cosa pensi, se hai studiato o no, e neanche il colore della pelle, né interessano le motivazioni, le scelte, le esigenze; ciò che vale è il ruolo, il potere ancor più dei soldi; il mondo non è di tutti.” è, in fin dei conti, l'incontro di due infelici. Il secondo incontro sarà anche l'ultimo, perché: “c’è sempre un mare nella vita di un uomo. Un mare da attraversare, da sconfiggere, da ricordare o perdonare.”
Una recensione di Lorena Curiman
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