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Anno
2003-
F.lli Frilli
Prezzo €
5-
100pp.
Collana I tascabili ISBN
8887923760
Una recensione
diCarlo Santulli
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"L'ultima sul Berlusca" Fratelli Frilli Editori
Un altro libro di barzellette e per di più un libro su Berlusconi. La prima considerazione che viene da fare è che le barzellette sulla politica appartengono di diritto alla nostra storia. Sono, se vogliamo, un surrogato all’invettiva, una valvola di sfogo per quel che non si riesce, o non si può, altrimenti esprimere.
Leggendo il libro, mi veniva in mente il caso di un contadino (una storia vera, che mi è capitato di leggere tra le carte dell’Archivio Centrale dello Stato a Roma) che in pieno fascismo, nel ‘32 o giù di lì, seduto all’osteria di un paesino del nostro meridione, aveva sentito ragliare un asino, e (complice senza dubbio qualche bicchiere di troppo) aveva esclamato con rabbia: “Parla Mussolini!”. La cosa aveva rapidamente fatto il giro del paese, fino a varcare la soglia del locale comando dei Regi Carabinieri, che avevano creduto opportuno verbalizzare l’accaduto. In un comico rincorrersi di risposte sempre più concitate ed affannose tra le varie autorità, un’autentica barzelletta nella barzelletta, fino al questore ed al prefetto, l’apoteosi si era avuta con una supplica al Duce da parte della moglie del malcapitato, che non aveva avuto, apparentemente, esito. Infine, il processo viene celebrato, ed il giudice del Tribunale Speciale per la Sicurezza dello Stato (!), a cui probabilmente non erano sfuggite le perle di comicità contenute negli incartamenti del caso, finisce per assolvere il contadino “perchè incapace di intendere e di volere”.
Perchè sto raccontando questo? Una domanda che mi ero fatta leggendo il libro sul Berlusca, è perchè i politici siano così spesso oggetto delle barzellette. Una risposta che mi sembra plausibile, è che sono una delle categorie che si prendono troppo sul serio, come per esempio i carabinieri, i professori saccenti, i medici, i sacerdoti (stavo per aggiungere i ricercatori universitari, ma mi sono reso conto improvvisamente che mia moglie ne ha sposato uno, ed è meglio non contrastarsi coi parenti). Prendersi sul serio, è anche (forse) una necessità, in tutte queste professioni. E così, per contrasto (anticlimax direbbe Umberto Eco), accade che di fronte al saccente, spunti il Pierino (o l’ubriaco) di turno.
Infatti si può notare, come fanno giustamente i compilatori di questa godibilissima raccolta, che ciò che viene riferito di Berlusconi era stato detto anche di tanti altri politici, addirittura le stesse battute sono state adattate a più di un politico. La beffa per la non eccelsa statura, ad esempio, era stata appannaggio per lunghi anni del senatore Fanfani. Ricordo al proposito una memorabile vignetta di Forattini, uscita il giorno successivo alla prima dell’”Ernani” alla Scala, a cui Fanfani aveva presenziato come Presidente del Consiglio in carica. Nella vignetta, Fanfani appariva vestito come l’eroe verdiano, con didascalia (feroce): “Er nano”.
Tante battute di questo libro sono note e stracitate, come quelle riguardanti Berlusconi e Dio, ma l’interesse della raccolta è anche nel precisare le varianti di una stessa storiella, ed il cercare di commentare e mettere in relazione, anche storicamente, le barzellette, alcune delle quali sono di origine molto antica. Per esempio quella che indica Berlusconi come Pio Tutto è chiaramente romanesca e risale a Pio Undecimo (o meglio Pio Un Decimo, con riferimento alla decima ecclesiastica): se si pensa che Achille Ratti, il pontefice con questo titolo, è morto nel 1939, ci si fa un’idea dell’età avanzata della storiella. E non mancano riferimenti “colti”, da Paolo Rossi a Gino e Michele e Roberto Benigni. E’ un po’ come se i compilatori declinassero almeno una parte delle loro responsabilità nel cercare una difficile obiettività nel valutare la produzione popolaresca sul nostro Presidente del Consiglio in carica.
Una cosa non mi convince, e devo dirlo (mi corre l’obbligo, direbbe un politico): l’etimologia di Berlusconi da bis luscus (due volte losco, e guercio per giunta). Io ho sempre collegato Berlusconi con un altro cognome di origine lombarda, Bernasconi, che insieme con i simili Bernaschi, Bernasca, Bernucci, Bernini, deriva da Berna, indicando una possibile origine svizzera del casato. Che poi ci sia qualcuno che ce lo rimanderebbe, in Svizzera, è un altro conto: anche qui il recensore declina ogni responsabilità.
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