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Anno
2002-
Armando Siciliano
Prezzo €
10,00-
148pp.
ISBN
9788874421992
Una recensione
diCinzia Baldini
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“… I regimi vogliono i loro popoli spettatori [televisivi]. La lettura invita alla riflessione, in molti casi comporta impegno morale, civile, spesso contribuisce a far lievitare lo stato di disagio, indirizza il lettore ad agire verso una causa giusta. Invece loro attraverso i mezzi di comunicazione televisivi, di cui detengono il monopolio, vogliono trasformare i cittadini in sudditi passivi, con il cervello in letargo, abituati a non pensare. Una popolazione incolta è più facile da governare, lo sanno bene i nostri regnanti. Hanno sempre tentato di censurare l’informazione, di soffocare sul nascere i tentativi di ribellione. I pensatori danno fastidio…”. Come non concordare su questi concetti che l’Autore co-protagonista de Il Mostro di Salvo Zappulla esprime nelle pagine finali del romanzo? Un racconto originalissimo dalla trama semplicissima, ma proprio per questo, come tutte le cose semplici, accattivante e ricco di spunti per profonde e inattese riflessioni. La storia, intrigante, già dai primi paragrafi, racconta la vicenda di un Autore sconosciuto che dopo varie, mediocri pubblicazioni ottenute attraverso le raccomandazioni di uno zio onorevole, finalmente, guidato da una fervida ispirazione, crea un personaggio che potrebbe portarlo al successo. L’ingenuo Autore, però non ha fatto i conti con la vivace intelligenza della sua creatura, tale Pedro Escobar, che gli sfugge di mano e con una sua propria, ostinata, volontà inizia a infiltrarsi nelle opere più famose della letteratura mondiale di tutti i tempi e a sconvolgerle a suo piacimento. Approfittando del suo prestante aspetto fisico ne circuisce le protagoniste e non disdegna di cambiarne i finali a suo piacimento. Da qui l’arresto, il processo e la condanna per il povero Autore che solo attraverso un avventuroso ed estremo espediente conclusivo riuscirà a recuperare il suo protagonista e a ricondurlo all’interno del suo lavoro e della sua mente. Inutile dilungarmi sullo stile limpido e scorrevole di Salvo Zappulla o sugli scenari impeccabili di questo lavoro, nemmeno sui dialoghi, disarmanti nella singolare e inattaccabile logica del romanzo, o della luce propria con cui brillano i personaggi secondari, gregari perfetti dei principali. Preferisco ricordare, invece, proprio il protagonista degenere Pedro Escobar che, a mio avviso, nel brano, è l’alter ego dell’Autore. Dissacratore irriducibile, ambizioso e dinamico il primo, tanto, quanto costretto negli schemi voluti dalla società, represso e passivo il secondo. Un Autore soffocato dai dettami del “regime” che nonostante alcuni guizzi di orgoglio subirà passivamente tutto l’iter burocratico del processo e della condanna accettando, persinom un avvocato difensore che lo vuole morto già prima di conoscere la sua versione dei fatti. Pedro invece, senza legge, senza pregiudizi, senza vergogna, non si accontenta. Vuole emergere, è deciso ad avere il suo momento di gloria e non accetta compromessi mentre cerca il suo posto in un ambito letterario costruito sui preconcetti e su fallaci ideologismi. Salvo Zappulla con una vena di ironia sottile, una satira sorniona, “castigat ridendo mores” e il romanzo, nella sua apparente leggerezza, nel suo umorismo soft e discreto è un’analisi chiara e spietata, assai condivisibile, del mondo editoriale e letterario del nostro tempo. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro se non i miei personali complimenti all’autore e l’invito a leggere questo stuzzicante romanzo per gustarne appieno la prepotente attualità.
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