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L' isola della Paura (Shutter Island)
di Dennis Lehane
Pubblicato su SITO
Anno
2006-
Piemme
Prezzo €
5-
379pp.
ISBN
2147483647
Una recensione di
Patrizia Cau
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Votanti:
10226
Media
79.04%
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Siamo nel Settembre del 1954.
Sull'isola di Shutter al largo di Boston, si trova l'Ashecliffe Hospital, dove sono destinati i criminali psicopatici. Due agenti federali sono chiamati ad indagare sulla scomparsa di una detenuta, Rachel Solando. Questa sembra essere scomparsa nel nulla. Nessuna traccia, solo strani messaggi in codice. Il fatto già di per sé inverosimile, ben presto apparirà disperato. I due dovranno fare i conti con le reticenze di medici ed infermieri, ma anche con l'opprimente atmosfera dell'istituto. Perché
sull'isola niente è quello che sembra. Un potente uragano si abbatterà sull' isola, tagliando ogni collegamento con l'esterno.
Altro mirabile esempio di raffinatezza introspettiva e amore per la suspance.
Dopo Mystic River un altro thriller avvincente e appassionante. Anche questa volta Lehane costruisce una storia in cui niente è scontato, soprattuto il finale.
L'ambiente dell'isola, volutamente opprimente, come anche i personaggi che ci vengono presentati e descritti, da subito ci inquieta, ci fa sobbalzare, ci lascia intimiditi. Dove andremo? Come ci muoveremo? Chi ci vuol fare del male?
Così viviamo in prima persona le paure di Teddy Daniels l'agente federale, inseguito dai suoi fantasmi, che sembrano crescere a dismisura ed a pari passo con la sua ricerca della verità. Ma cosa cerca? Una detenuta scomparsa, o le prove che in quel posto si effettuano esperimenti sui pazienti/detenuti, i cosiddetti " interventi radicali", o cosa altro? Quanto più la verità è vicina, tanto più, sembra crescere la sua pazzia. Ma c'è davvero qualcuno che lo vuole fare impazzire?
E poi l'uragano, che si abbatte sull'isola con una energia spaventosa.
Ma l'uragano è una metafora dello sconvolgimento che può avvenire nell'animo umano. Così incubi e realtà si affacciano e si intrecciano in questa isola, dove Teddy sente che non sarà facile lasciare, anzi forse ne fa già parte.
Il finale, pian piano si svela, e sembra quasi un'altro capitolo a parte, quasi un'altra storia, fra le tante.
Suspance davvero brillante, trama abilmente mascherata, fino alla fine. Ed il finale è quasi commovente nella sua cruda realtà. Perché si intrecciano amore e dolore, infiniti come la pazzia, che può crescere, inarrestabile.
Perché Dennis Lehane è molto sensibile alle tematiche sociali e psicologiche, e ci ricorda con tristezza e verità, quanto è sottile il limite tra normalità e malattia, o quanto la ricerca in un campo così delicato, ha fatto, ma può ancora fare, perché la malattia mentale, venga sempre affrontata con quella dose di "pietas", diritto di ogni essere umano.
Una recensione di Patrizia Cau
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