La scioltezza e la versatilità di penna di Nicola Sgaramella non sono, per me, una novità ma una bellissima riscoperta, chi, invece, leggerà per la prima volta i suoi racconti, non potrà fare a meno di apprezzare la capacità dell’autore di dare un colore ai pensieri. Nel libro che avete tra le mani (come nel precedente “Storie semplici”) l’amalgama tra la ricerca dei valori, piccoli e grandi, che danno ad ogni attimo della vita un significato particolare, rendendola degna di essere vissuta, ed i personaggi che ne sono i “portatori sani”, è magistrale. E mentre la scrittura scorre fluida liberando i pensieri, l’immediatezza dei colori sciolti nella parola caratterizza questo volume rendendolo originale ed amabile, un amore “a prima lettura”, quindi. Con il suo occhio attento, da artista, Nicola osserva il mondo che lo circonda, ne cattura gli aspetti più pittoreschi e la sua ispirazione li riversa sulla carta creando piccoli quadri dai colori vivaci e accattivanti. Le suggestioni, i sentimenti, le paure, la gioia, il dolore, tutto trova una collocazione in un preciso disegno emotivo che l’autore tinge secondo la sua sensibilità. Sulla sua tavolozza troviamo le tinte accese dell’amore, della passione accanto alle sfumature tenui e soffuse dell’innamoramento, dell’amicizia, i colori pastello dell’introspezione interiore, della riflessione e le colorazioni livide, buie e cupe della tristezza e del dolore, i toni cinerini della malinconia e delle sensazioni contrastanti, le gradazioni evanescenti dei sogni e della speranza e quelle frizzanti dell’allegria, della gioia e della felicità. Brevi ed emozionanti scorci di vita, dunque, che risaltano delicati come acquerelli o ci aggrediscono, grintosi, come quadri ad olio. Mosaici di scene, paesaggi e situazioni al cui interno, opportunamente incorporati, spiccano una ricca gamma di figure e personaggi delineati a chiare note, tratteggiati debolmente, o semplicemente appuntati. A noi lettori, non resta difficile riconoscerci in essi, confonderci in quei contesti, in quelle trame, ritrovarci nella quotidianità dei gesti, nei lineamenti dei volti, in una battuta spiritosa o nella spontaneità di un lungo dialogo, in una lacrima di dolore o tra i riflessi azzurrini del fumo di una sigaretta, magari nel profumo salmastro della brezza che spira dal mare. Scoprire, insomma, con una punta di sorpresa, di essere stati scelti da Nicola, come protagonisti delle sue storie perché ciò che ci accomuna ai suoi racconti, il denominatore unico alla base delle sue storie è l’uomo con i suoi sogni, le sue speranze, le sue paure, i suoi limiti e i suoi infiniti orizzonti: l’uomo e la sua umanità. Sono convinta che come è stato per me, chi leggerà questa raccolta non potrà non provare, dopo aver terminato il libro, un forte senso di condivisione/comunione e di appagamento. Il sorriso che, spontaneamente, incresperà le labbra del lettore, sarà l’encomio solenne, la corona di alloro che cingerà il capo di un artista autentico quale ritengo sia Nicola Sgaramella e il giusto riconoscimento ad un lavoro che ha saputo rendere speciale la quotidianità della vita. Concludo la presentazione di questa raccolta di racconti prendendo in prestito una frase dell’autore francese Andrè Maurois che sembra calzare a pennello con quanto detto finora: “I bei libri non lasciano mai il lettore tale e quale egli era prima di conoscerli, ma lo rendono migliore”. Buona lettura a tutti!